Digitale terrestre: c'è chi paga il Canone ma non vede nulla

Purtroppo diversi cittadini italiani continuano a pagare il Canone Rai, ma con il nuovo digitale non riescono a vedere nemmeno un canale.
Digitale terrestre: c'è chi paga il Canone ma non vede nulla

La denuncia arriva da diverse Regioni d’Italia che hanno già concluso il refarming del digitale terrestre. Dopo la riorganizzazione delle frequenze di trasmissione molti cittadini non riescono a vedere nemmeno uno dei canali in chiaro.

Ricordiamo che il refarming del digitale terrestre è un processo che prevede il rilascio della frequenza 700MHz da parte delle emittenti nazionali e regionali per l’acquisizione della nuova Sub 700MHz. Purtroppo però, come avevamo già denunciato non molto tempo fa, alcune zone d’Italia non sono coperte da questa nuova tecnologia.

In pratica, alcuni Comuni italiani non sono dotati delle strutture atte a trasmettere i canali attraverso il nuovo digitale terrestre. Perciò non sono mancate le proteste di questi utenti che, come riporta La Nazione, hanno denunciato:

Il canone lo paghiamo anche noi, ma la televisione non la vediamo più.

È quindi evidente che il sistema organizzativo che sta dietro la diffusione del nuovo digitale terrestre ha delle falle, dei cosiddetti buchi neri. Vediamo insieme di capire meglio questa situazione e quali risposte sono arrivate dalle istituzioni.

Digitale terrestre: alcune zone d’Italia sono state abbandonate

Da ciò che sta emergendo in questi ultimi giorni, diverse zone d’Italia sono state abbandonate. L’arrivo del nuovo digitale terrestre, per qualcuno, non è stato motivo di gioia, ma di disperazione. Infatti, invece di vedere con una qualità maggiore le trasmissioni TV, ora non le vedono proprio.

È ciò che lamentano diversi abitanti, ad esempio, di alcune frazioni della Provincia di Firenze, ma non sono gli unici. Si tratta di un disagio che, purtroppo, non è risolvibile attraverso il cambio di antenna, un decoder nuovo o altro. Il problema sta alla fonte e sono i ripetitori non compatibili con le nuove frequenze.

Dal Comune di Borgo San Lorenzo, in Toscana, hanno fatto sapere che non sono stati loro a voler spegnere i ripetitori, come alcuni cittadini sostengono, ma è il processo di refarming del digitale terrestre a destinare quelli vecchi agli operatori di telefonia mobile per la diffusione della rete 5G. L’assessore alla Comunicazione Alessandro Galeotti ha spiegato:

Dal 27 maggio scorso, come da pianificazione nazionale stabilita dal ministero dello Sviluppo economico, il Mugello è interessato da un intervento di riorganizzazione progressiva delle frequenze dei canali tv, il cosiddetto switch-off, finalizzato a liberare una banda da dedicare alla telefonia. Su questa operazione gli enti locali non hanno alcun potere decisionale. E per lo switch-off quegli apparati andavano spenti. Noi abbiamo già richiesto la nuova autorizzazione al ministero per riattivare i ripetitori, ma non è ancora arrivata. Purtroppo per alcune zone, soprattutto quelle periferiche, la riattivazione del segnale potrebbe essere soggetta a tempi tecnici più lunghi perché occorre aspettare il via libera dal Ministero.

Proprio per il motivo sopra citato, ovvero il 5G, vediamo difficile che arrivi un nulla osta dal Ministero dello Sviluppo Economico per riattivare i vecchi apparati. Tra l’altro questi risulterebbero incompatibili con la prossima piattaforma del digitale terrestre, la DVB-T2, in arrivo a gennaio 2023.

Se il problema non è così grave, ma si tratta solo di una mancanza o perdita di segnale, allora potrebbe essere risolto con un amplificatore di segnale da interno. Su Amazon con poco più di venti euro è possibile acquistare AMP20 Meliconi. Questo amplificatore di segnale per il digitale terrestre migliorerà la ricezione dei canali e filtrerà anche il segnale LTE, spesso fonte di interferenze.

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