Molti genitori restano sorpresi di fronte alla facilità, all’immediatezza, con cui i propri figli sin dalla più tenera età approcciano la tecnologia al giorno d'oggi. Vero è che gli strumenti attuali – pensiamo soprattutto a tecnologie mobili – favoriscono particolarmente il primo contatto grazie a interfacce semplici e manipolazioni tramite touch, che per un bimbo risulta sicuramente più spontanea rispetto a tastiera e mouse. Ma quante volte si è sentito pubblicizzare tecnologie con frasi del tipo "così semplice che potrebbe usarla un bambino"?
La navigazione è sicura?
Eppure sembra che la nuova generazione abbia proprio una particolare predisposizione ad approcciare i prodotti informatici, tanto da essere denominati nativi digitali, nativi proprio in senso geografico, come se la tecnologia fosse un territorio in cui essi sono nati. Con la crescita e le naturali curiosità che emergono in qualunque persona, però, l'universo che Internet dischiude con la sua fonte inesauribile di informazioni e vie di comunicazione può riservare delle minacce per i giovani fruitori ma anche per i loro genitori. A questi ultimi spetterebbe il ruolo di controllori dell'attività multimediale dei figli, ma essi non sempre dimostrano una pari predisposizione, tanto da essere stati chiamati immigrati digitali, "immigrati" inteso anch'esso in senso geografico come coloro che per scelta – ma ancor più spesso per necessità – si trovano a vivere in terra straniera.
I pericoli in agguato, data la bravura dei nativi e la frequente goffaggine dei loro genitori, sono notevoli:
– il giovane che impara a comunicare tramite piattaforme social potrebbe fuoriuscire dalla cerchia delle amicizie e fare conoscenza con persone, più o meno adulte, con cattive intenzioni. Purtroppo i fatti di cronaca dimostrano come le conseguenze possano essere gravi;
– utilizzando dispositivi di proprietà degli adulti – che ne fanno un uso personale o lavorativo – potrebbero compromettere dati di una certa importanza;
– spesso, per comodità su servizi on line o market di applicazioni, vengono registrati mezzi di pagamento e salvate le password di accesso per non doverle introdurre ogni volta. Queste modalità, con l'incoraggiamento dalle compagnie che vendono su Internet, permettono di comprare con "un solo clic", tanto da rendere troppo facile un uso inappropriato delle risorse economiche familiari da parti dei minori;
– altro caso molto pericoloso è la bassa percezione della privacy che un bambino o un adolescente può avere. Internet ha l'effetto di una spugna: facilissimo mettere qualcosa online, quasi impossibile essere sicuri che la stessa cosa non sia più disponibile pubblicamente. Avere in tasca uno smartphone, al giorno d'oggi, significa portare con sé almeno una macchina fotografica, una videocamera e un registratore audio. Anche in questo caso fatti di cronaca dimostrano come momenti di vita privata possono venire immortalati, più o meno volutamente, e messi on line rapidamente. Pochi clic a quel punto possono essere sufficienti per rendere impossibile ripristinare totalmente la propria privacy.
Priorità: proteggere i minori!
A questo punto ci si potrebbe chiedere: come proteggere i minori dalle minacce della Rete? I primi consigli che vengono dati da Autorità e psicologi sono di natura comportamentale: parlare con i giovani, osservare a cosa si interessano e cosa guardano in Internet pur evitando l'instaurazione di "regimi di polizia" in casa. Ancora: si consiglia di evitare accessi alle tecnologie in luoghi eccessivamente riservati o in orari in cui potrebbero essere fuori controllo dei genitori. Altro consiglio spesso fornito è quello di rendere il giovane più conscio dell'importanza della propria privacy, di come preservarla non fidandosi di nessuno e spiegando che diffondere proprie immagini o dati in Internet è peggio che pubblicarli su manifesti in strada. A tal proposito ci sarebbe comunque da osservare che a volte i genitori sono i primi a disconoscere il valore della privacy e ciò si evince facilmente valutando le informazioni personali pubblicate sul proprio profilo Facebook.
Anche la tecnologia deve poter dare il suo contributo però, pertanto nel resto dell'articolo vedremo alcune categorie di strumenti che possono contribuire alla sicurezza di grandi e piccoli concentrandoci principalmente sul mondo mobile.
Configurazioni di sistema
Da un punto di vista tecnico, molti adulti sentono il bisogno di limitare la capacità di azione dei propri figli nella Rete pur non volendo privarli del tutto dei dispositivi elettronici: tutto l'insieme delle tecniche applicate in questo campo cade genericamente sotto il nome di parental control. I sistemi operativi in sé stessi offrono diverse opportunità.
Un qualcosa che può rivelarsi utile è la creazione di profili utente separati: uno normale per l'adulto proprietario del dispositivo e un altro limitato per il minore. Tutto ciò risulta utile a condizione che l'utente principale possa essere messo in condizione di limitare le funzionalità a disposizione del secondo e che quest'ultimo non possa rimuovere tali vincoli perchè protetti da apposito PIN o password conosciuti solo dall'adulto. Tale approccio risulta particolarmente comodo da applicare soprattutto perché, almeno da un punto di vista concettuale, è una pratica con cui si ha già esperienza nel comune utilizzo di un computer.
– Nei sistemi Apple è possibile applicare le limitazioni tramite la voce "Restrizioni" presente nella categoria "Generali" del menu "Impostazioni". Si potranno abilitare o disabilitare per un profilo determinate applicazioni o funzionalità (navigazione Internet, acquisti sugli store, etc.) o specifiche capacità come quella di installare o disinstallare applicazioni.
– Nel mondo Android la creazione di ulteriori utenti ha invece fatto più fatica ad affermarsi. Si è iniziato a diffondere nei tablet dalla versione Jelly Bean in poi per poi trovare maggiore applicazione con Lollipop su ogni tipo di dispositivo. Si faccia però attenzione che tale caratteristica non viene sempre implementata dai i produttori di dispositivi.
Regolamentazioni simili possono essere applicate anche internamente a specifiche app come quelle per l'accesso ai market. A titolo di esempio, funzionalità di parental control sono presenti nell'applicazione Play Store.
Nel menu principale del Play Store, accessibile tramite l'icona evidenziata in figura, possiamo selezionare la voce "Impostazioni".
Impostazioni Play Store
Da qui sarà possibile raggiungere la funzionalità "Controllo genitore". Qui la prima cosa che ci verrà chiesta sarà di scegliere un PIN che permetterà di mettere sottochiave le impostazioni assegnate.
Protezione tramite PIN
Il parental control sarà a quel punto attivabile spostando la "levetta" sul valore On.
Limitazioni Parental Control
Si potrà così decidere specifiche limitazioni per le varie categorie di elementi – "App e giochi", "Film" e "Musica" – previa digitazione del codice PIN. Le limitazioni saranno differenti a seconda delle categorie di prodotti. Ad esempio, potranno essere negati i film la cui visione è indicata solo ad un pubblico adulto mentre le app da installare potranno essere limitate a determinate categorie in base all'indice PEGI (Pan-european Game Information), la classificazione basata sull'età che ha preso piede in tutta Europa dal 2003.
Parental Control: selezione limiti età
Servizi esterni
In alternativa, considerando che le minacce provengono da Internet, si potrebbe agire alla fonte provando a filtrarne i contenuti. Se si accede alla Rete tramite un sistema centralizzato, ad esempio il router di casa, esistono varie alternative per farlo. Alcuni apparati di questo tipo dispongono direttamente di funzionalità di parental control oppure in alcuni casi si possono acquistare o installare in proprio macchine che svolgono funzione di proxy nella LAN domestica ponendosi come intermediari tra il router e il resto dei dispositivi interni. Per un motivo o per un altro queste soluzioni non sono sempre praticabili, pertanto potrebbe essere decisivo un servizio esterno che svolga una funzione simile, possibilmente, in maniera gratuita. L'esempio che qui riportiamo è il Family Shield di OpenDNS, che opera da filtro direttamente sui DNS.
OpenDNS: Family Shield
Questo acronimo è ricorrente nell'informatica "quotidiana" che un po' tutti praticano ma conviene aprire una rapida parentesi sul suo significato. DNS sta per Domain Name System ed è il sistema di conversione degli indirizzi Internet simbolici che comunemente usiamo per contattare siti e servizi in indirizzi IP, gli identificatori univoci che permettono la comunicazione in Rete. Ad esempio, se vogliamo fare una ricerca su Google apriamo il browser e digitiamo l'indirizzo www.google.it. In realtà i server di Google possono essere rintracciati solo tramite indirizzi IP espressi in un formato di 4 numeri interi compresi tra 0 e 255 separati dal punto. Uno degli indirizzi IP che corrisponde a www.google.it è 173.194.45.88, tanto per vederne uno reale, quindi il browser affinché possa contattare un sito Internet chiederà al server DNS di riferimento di convertire il nome simbolico (www.google.it) in un indirizzo IP (173.194.45.88) e solo tramite quest'ultimo attiverà la comunicazione in Rete. Il DNS fa quello che facciamo solitamente con la rubrica del telefono: associamo nomi simbolici (ad esempio, Mario Rossi) a identificativi di rete, cioè i numeri di telefono (ad esempio: 320123456).
Quindi un server DNS potrebbe decidere di fornire solo gli indirizzi IP di servizi "consoni", privi di contenuti diseducativi, violenti, sessualmente espliciti, etc. Family Shield fa questo. E' gratuito e semplicissimo da usare, in quanto non va neanche configurato. I suoi progettisti hanno definito criteri che bloccano i contenuti non adatti ai minori e tali siti non potranno neanche essere contattati. Per utilizzarlo è necessario conoscere gli indirizzi dei DNS del servizio reperibili all'indirizzo https://store.opendns.com/setup/#/familyshield, attualmente impostati a 208.67.222.123 e 208.67.220.123. Essi vanno inseriti nella propria configurazione di rete. Lo si può fare nel pannello di amministrazione del proprio router, seguendo le istruzioni dell'apparato, e in questo caso il filtro agirà su tutti i dispositivi collegati: smartphone, tablet, PC, console per videogiochi e via dicendo indipendentemente dal sistema operativo.
Se invece si volesse applicare la protezione solo ad uno smartphone o un
tablet collegato in WI-FI si dovrebbero inserire i DNS del servizio
nella configurazione del singolo dispositivo seguendo le istruzioni. A
titolo di esempio, vediamo come potrebbe essere fatto il tutto su uno
smartphone Android.
Dal pannello delle "Impostazioni" si deve
accedere all'elenco delle reti WI-FI. Tenendo premuta l'etichetta
relativa a quella a cui si è connessi al momento, si apre un menu
contestuale a due voci: "Elimina rete" e "Modifica rete".
Impostazioni reti wireless
Dopo aver selezionato "Modifica rete" ci troveremo di