L’incubo comune a ogni telefonino-dipendente è quello di restare senza carica su un'isola deserta. Be' da oggi, con un po' di attrezzatura alla Robinson Crusoe è possibile (non c'è naufrago degno di tale nome che non abbia con sé una candela!). Stower lancia una campagna crowdfunding che si chiama Candle Charger, una soluzione a metà strada tra l'ultra-geek e lo steampunk che funziona quando altri sistemi si arrendono (i caricatori supplementari possono scaricarsi o offrire una carica minima, i pannelli solari hanno il maledetto vizio di non funzionare di notte – o in un interno -, ecc.).
Al confine tra l'ultra-geek e lo steampunk
Il funzionamento è semplice: si mette la candela in un barilotto di metallo, si riempie una vaschetta con acqua (150ml.), s'accende la candela. Mettendo da parte il nostro lato «survivor», scopriamo che due sono le tecnologie alla base di questo simpaticamente ilare "miracolo" tecnologico: il primo è un modulo termoelettrico (o Peltier cooler), visto che i moduli termoelettrici sono semiconduttori che convertono le gradazioni di temperatura (da fredda a calda) in elettricità. Il modulo di Candle Charger non è tossico ed è stato impiegato da almeno venti anni anni nelle industrie scientifiche della refrigerazione e delle automobili.
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La seconda tecnologia in gioco è il cosiddetto «Circuito intelligente Stower», che trasforma l'energia proveniente dal modulo in energia compatibile con le specifiche del dispositivo caricato (che può essere un telefono o una fotocamera digitale, ad esempio). La versione base del Candle Charger parte da 65 dollari. Il team di San Francisco spera di raggiungere 30.000 dollari di donazioni.