Sebbene la stampa 3D sia ormai una realtà, è anche assodato che si tratti di una tecnologia non sempre alla portata di tutti. I kit più economici, infatti, devono essere assemblati dall’utente finale e, per quanto il Web sia pieno di tutorial che aiutano durante la fase di montaggio, ci sono alcuni aspetti (come ad esempio la calibrazione dell’asse Z e il livellamento del piano di stampa) che potrebbero mettere in crisi anche l’utente più evoluto. D’altro canto, i modelli pronti all’uso hanno purtroppo dei prezzi ancora molto elevati (anche superiore al migliaio di euro) e offrono dei menu di configurazione avanzata che potrebbero apparire scritti in aramaico all’utente non specializzato nel settore. Quel che serve allora è una giusta via di mezzo: una stampante 3D dal costo non elevato, già pronta all’uso e che sia semplice da utilizzare. Una soluzione arriva da XYZprinting, azienda leader nella produzione di stampanti 3D, che con la sua da Vinci Jr. 1.0 Pro ha deciso di rendere la stampa tridimensionale un qualcosa di adatto a tutti. Anche per questo abbiamo deciso di testarla nei nostri laboratori!
da Vinci Jr. 1.0 Pro
Operazioni di partenza
Per cominciare, basta rimuovere la da Vinci Jr. 1.0 Pro dalla sua scatola, piazzarla sulla scrivania, inserire nell’apposito slot una scheda SD e collegare la stampante alla rete elettrica e al PC tramite un cavo USB. A fare tutto il resto ci pensa il software XYZware Pro, il quale, con una procedura guidata, ci porta dritti alla stampa del nostro primo oggetto 3D. Dai server XYZ, infatti, è possibile scaricare gratuitamente diversi progetti già pronti da stampare: portachiavi, oggetti di design, di utilità ecc.
Il gruppo di stampa con estrusore usa filamenti di PLA con una risoluzione fino a 100 micron.
Il rifornimento è gratis
Se i modelli forniti da XYZ non dovessero bastarci e non abbiamo la benché minima voglia di imparare un software di modellazione 3D (AutoCAD fra tutti), ci basta raggiungere la meta preferita dagli “stampatori 3D” di tutto il mondo: Thingiverse, che permette di scaricare i progetti più disparati senza sborsare un centesimo. Ottenuto il modello di nostro interesse (solitamente un file in formato .stl), ci basta aprirlo con XYZware Pro (che si occupa autonomamente del controllo del file e della conversione nel “linguaggio” della da Vinci Jr. 1.0 Pro) e cliccare sul pulsante di stampa per creare un nuovo oggetto.
Un supporto ci permette di sistemare la bobina di PLA utilizzata durante la stampa.
PLA o ABS?
Rispetto alle stampanti a getto d’inchiostro, che utilizzano cartucce e carta, una stampante 3D usa invece un "carburante" diverso: il PLA o l’ABS, tecnicamente dei polimeri termoplastici adatti alla stampa di prototipi. Il primo ha un’origine “biologica” (è derivato dal mais), mentre il secondo, seppur più resistente, richiede maggiori accorgimenti durante la stampa, durante la quale rilascia anche sostanze tossiche. La stampa in ABS richiede temperature in estrusione più elevate (circa 250°C) rispetto a quelle necessarie per “plasmare” il PLA (190-210°C) e un piano di stampa riscaldato a 100°C. Caratteristiche, queste, non presenti nella da Vinci Jr. 1.0 Pro, che infatti supporta solo il PLA.
Display e pulsanti permettono di personalizzare la configurazione e controllare lo stato della stampa.
Test & Misurazioni
Il pregio più evidente della da Vinci Jr. 1.0 Pro è la facilità con la quale si riescono a stampare oggetti a buona risoluzione e al “primo colpo”, senza perdersi in calibrazioni, prove e tentativi frustranti. Dopo aver effettuato qualche stampa di vari oggettini più o meno utili, abbiamo voluto testare la Jr. 1.0 Pro con il famigerato (almeno nel settore della stampa 3D) modello 3D scaricabile da www.3dbenchy.com. La “barchetta” riunisce in sé tutte le caratteristiche che possono stressare, portandoli al limite, la meccanica e il firmware di gestione di una stampante 3D. L’oggetto è volutamente piccolo e non richiede tempi di stampa enormi e gran quantità di filamento: basta effettuare lo “slicing” del modello con il software in dotazione alla propria stampante impostando i parametri consigliati per il benchmark e dare il via alla stampa. Quando abbiamo aperto lo sportello a stampa conclusa, la barchetta era lì che ci attendeva sul piatto, tutta “scintillante” e completa nelle sue parti. L’esame visivo non ha riscontrato difetti evidenti: superficie esterna priva di vistose onde (wobbling), particolari minuti ben in risalto, “ponti” senza incertezze di stampa. L’unico difetto è l’assenza della scritta “#3DBenchy” a poppa della barchetta, ma potrebbe essere dovuta alla stampa eseguita a 0,2 mm. Passando alla misurazione con calibro digitale abbiamo poi riscontrato che praticamente tutti i valori sono proporzionalmente minori a quelli effettivi del modello. Stampando al 102 percento si riesce a risolvere il problema, ma sarebbe meglio un intervento sul firmware da parte della casa produttrice.
A stampa conclusa, ecco la nostra barchetta “scintillante” e completa in tutte le sue parti.
Conclusioni
Con uno street price di 500 euro non si può certo affermare che la da Vinci Jr. 1.0 Pro sia per tutte le tasche, ma la semplicità d’uso ha un costo che si affronta con piacere se non si vuole perdere tempo a smanettare in kit fai-da-te. A questa cifra, comunque, ci saremmo aspettati anche altre caratteristiche: la possibilità di estrudere anche l’ABS e, soprattutto, una superficie di stampa superiore (15x15x15 cm non sono poi così tanti). Tuttavia, la da Vinci Jr. 1.0 Pro esce dalle nostre prove a testa alta, non fosse altro che per la sua natura plug&play e per l’ottima risoluzione di stampa dimostrata.
A seguire trovate la tabella con tutti i risultati del test. Per ingrandire
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