Sappiamo tutti che l’OEM nipponico Sony ha iniziato a produrre i suoi primi sensori CMOS nel 1996, ma solo nel 2000 ha rilasciato la prima soluzione commerciale chiamata IMX001. Adesso sono passati ventidue anni da quel chip e l’azienda detiene il controllo del settore con il 46% della quota di mercato e i risultati sembrano aumentare di anno in anno.
Il mondo si è evoluto e i suoi sensori hanno iniziato ad essere installati a bordo dei telefoni. Uno dei più famosi ad oggi è proprio il Sony IMX766 che è presente su oltre 100 dispositivi mobili. È un sensore da 1/1.56″ e ogni pixel è grande 1.00 micron. Com’è ovvio, più è grande il sensore, più luce può entrare: questo serve per garantire scatti migliori in condizioni di luce avversa.
Sony al lavoro su un sensore mai visto prima
Facciamo un salto temporale allo scorso anno: l’OEM giapponese ha mostrato l’Xperia PRO-I, uno smartphone avente un sensore fotografico da 1 pollice; tuttavia si è scoperto che l’area utilizzabile del suddetto chip era pari al 60% della superficie totale.
Ora però, la compagnia ha dichiarato di star lavorando ad un sensore da 1/1,1 pollici con risoluzione di 50 Megapixel. Probabilmente, si tratta del misterioso IMX8XX di cui tanto si parla online. Probabilmente, lo vedremo nei flagship di futura uscita di casa Xiaomi, Vivo, Redmi, Huawei, Honor.
A tal proposito, citiamo i risultati dello studio di Strategy Analytics di una ricerca riguardante il mercato globale dei sensori di imaging; sembra esserci una richiesta elevatissima nel settore che cresce di mese in mese.
Basti pensare che nel 2021 il volume di questo mercato ha raggiunto i 15,1 miliardi di dollari con una crescita annuale pari al 3%. Come detto, Sony è l’azienda leader del settore: in termini monetari ha occupato la metà del mercato mondiale. Troviamo poi Samsung e al terzo gradino della classifica Omnivision.
Gli analisti suggeriscono che i sensori ad alta risoluzione guideranno il mondo dei terminali premium e di fascia medio-alta per i prossimi mesi.
