Monitor della qualità dell’aria di Amazon in prova: ne vale la pena?

Ho provato per un mese il monitor della qualità dell’aria di Amazon, quello originale: ecco la recensione completa dello Smart Air Quality Monitor.
Monitor della qualità dell’aria di Amazon in prova: ne vale la pena?

Il monitor della qualità dell’aria di Amazon, formalmente Smart Air Quality Monitor, l’ho puntato da quando è stato annunciato. Prima di comprarlo però ho dovuto aspettare che arrivasse in vendita in Italia e, ancora, che fosse in sconto a un prezzo che – per i miei standard – valesse l’investimento.

In casa ci sono due fumatori (solitamente non fumiamo all’interno, ma vicino alla finestra della cucina può capitare), degli animali e una caldaia a pellet da interni. Tutti motivi che mi hanno spinto a cercare di valutare la qualità di quello che respiro. Il gadget proposto dal colosso dell’e-commerce l’ho scelto “sulla fiducia”: mi sono affidata al suo ecosistema per l’intero scheletro della mia casa intelligente e di delusioni non ne ho avute. Fra l’altro, approfittando delle promozioni ho sempre potuto strizzare l’occhio al budget.

Dunque, all’inizio di aprile 2022, mi sono decisa a prendere questo cubetto compatto, con zero schermo, ma solo un piccolo LED. Il gioco è farlo rimanere verde perché, se è giallo, devi metterti sull’attenti. Se diventa rosso, spalanca le finestre o accendi il purificatore: stai respirando schifezze. Quanto valgono le sue analisi però e, soprattutto, cosa è in grado di tenere sotto controllo?

Eccolo nella mia recensione completa, con pregi e difetti.

Monitor della qualità dell’aria di Amazon: la recensione

Non è un prodotto che puoi testare in pochi giorni: considera che ha bisogno (come da istruzioni) di un tempo che arriva fino a 48 ore per calibrarsi correttamente e allinearsi con l’ambiente. Mi sono presa un mesetto di tempo per capire se, anche questa volta, il colosso dell’e-commerce aveva fatto centro oppure no.

Confezione, design e panoramica generale

La confezione è sobria e super compatta, ma ha tutto quello che occorre per il corretto funzionamento. Oltre al dispositivo, ho trovato un cavetto USB A/micro USB per l’alimentazione e un alimentatore. Il consumo energetico è irrisorio, con un assorbimento massimo di 5W.

Il dispositivo in sé è un elegante cubetto con forme arrotondate in basso. C’è un unico pulsante per la connessione, la configurazione e il reset. Sulla parte bassa, l’ingresso microUSB per l’alimentazione e addirittura un supporto per treppiede, se per esigenze fosse necessario usarlo. Non ha display, microfoni o speaker, ma solo – come anticipato – un LED in grado di assumere tre tipi di colori diversi.

Naturalmente, non sarà certo solo questa piccola luce a permettere di scoprire informazioni sulla qualità dell’aria, c’è tutta l’integrazione software con l’applicazione Alexa e anche con smart speaker e smart display dell’ecosistema, se ne possiedi. Andiamo però per ordine.

Innanzitutto, un po’ di dati. Sono 5 i parametri analizzati in dettaglio e grazie a loro, il dispositivo è in grado di determinare un punteggio globale proprio all’aria che stai respirando. Nello specifico, i dati raccolti si riferiscono a:

  • COV: composti organici volatili;
  • CO: monossido di carbonio;
  • PM (2.5): particolato;
  • Livello di umidità;
  • Livello di temperatura.

L’insieme di tutti, determina l’”IQA” ovvero Indice di Qualità dell’Aria complessivo. I parametri più importanti ci sono tutti quindi. Il dispositivo, è bene saperlo, non può sostituire il un rilevatore specifico di monossido di carbonio. Amazon ci tiene a specificarlo:

Il dispositivo esegue il monitoraggio della qualità dell’aria e può registrare i livelli di monossido di carbonio (CO), ma non sostituisce gli allarmi per il monossido di carbonio e non è certificato come allarme o rilevatore di CO.

Monitor della qualità dell’aria di Amazon: configurazione iniziale e calibrazione

Come per tutti i dispositivi Amazon, l’abbinamento è veloce e immediato. In modo imprescindibile, ti serve: connessione a Internet tramite WiFi e applicazione Alexa (disponibile per Android e iOS). Optional, super consigliato,  speaker o smart display parte dell’ecosistema, per un controllo più rapido delle informazioni. Tramite app, completi l’abbinamento in pochi secondi e poi devi solo decidere in quale stanza posizionarlo: poni attenzione a questo step, oppure – quando chiederai ad Alexa qual è la qualità dell’aria – potrebbe avere difficoltà a recepire il comando. Infatti, è necessario specificare di quale stanza per avere le informazioni che ti servono.

Dopo aver completato l’abbinamento, il dispositivo ti chiederà una manciata di ore per “assestarsi” all’interno dell’ambiente. Se ricordo bene, ne sono richieste fino a 48. In realtà, dopo una quindicina di minuti, la calibrazione iniziale è completa, ma sono certa che comunque qualche ora serva per avere dati più aderenti alla realtà. Ovviamente, in questo lasso di tempo non devi assolutamente staccare dall’alimentazione il dispositivo o cambiargli la collocazione: deve stabilizzarsi.

Il funzionamento tramite app, smart speaker e display

Come anticipato, non c’è display, non c’è microfono e non c’è speaker. C’è solo il LED, che però ti serve per capire al volo se è il caso di aprire le finestre. Per tutti i dati specifici, hai bisogno di usare lo smartphone e l’applicazione di Alexa.

Il software, a mio parere, è molto ben ottimizzato, oltre che particolarmente dettagliato. Per ogni valore, a disposizione hai:

  1. valore di riferimento, inserito in uno specifico range, che ti permette di capire rapidamente se è il dato è buono oppure no;
  2. grafici di andamento orario, giornaliero e settimanale;
  3. maggiori informazioni su ogni parametro: non solo ti viene spiegato cos’è, ci sono anche delle indicazioni sulle fonti che possono generare determinati valori, dei suggerimenti per migliorare il comfort ambientale e anche i possibili effetti negativi sulla salute, se i parametri non sono in range.

La scheda generale, quella dell’Indice di Qualità dell’Aria (IQA) racchiude il punteggio complessivo e quello riassuntivo di tutti i 5 parametri già menzionati. Anche in questo caso, sono disponibili grafici orari, giornalieri e settimanali.

Come anticipato, le informazioni puoi chiederle usando la voce, tramite smart speaker e display compatibili con Alexa. In questo caso, la risposta vocale sarà riferita all’IQA. Se hai un monitor intelligente, potrai vedere anche un’analitica dei punteggi dei singoli valori.

Dalle impostazioni del prodotto, sempre tramite applicazione, puoi attivare gli “Annunci” sia su smart speaker e display, che su smartphone. Essenzialmente, ti arriverà una notifica ogni volta che la qualità dell’aria sarà sensibilmente cambiata (passando da buona a media o mediocre).

Sempre tramite applicazione, inoltre, puoi sfruttare quello che è fra i maggiori punti di forza di questo dispositivo: le routine. Per ogni parametro, puoi crearne una ed è utilissimo. Ad esempio, se la temperatura sale, puoi far accendere in automatico il condizionatore. Allo stesso modo, se il di COV è elevato, puoi far partire il purificatore d’aria. Va da sé che gli elettrodomestici menzionati dovranno essere a loro volta smart per far si che questo accada. Puoi creare una routine anche con il punteggio generale di qualità dell’aria.

Monitor della qualità dell’aria di Amazon: l’esperienza d’uso

Su carta, e su software, tutto perfetto. A me però interessava capire l’attendibilità dei dati e, l’unico modo, era provare. Il test più banale è quello con l’”aria consumata”, espressione impropria, che però aiuta a rendere l’idea. Insomma, finestra chiusa, porta chiusa e all’interno del salotto io e Nino, bouledogue francese con il respiro leggero come quello di un trattore che si cimenta con le balle di fieno.

Non è passato molto prima che il LED del dispositivo passasse da verde brillante e giallo. Una mezz’oretta circa. Era anche una giornata parecchio calda, quando ho eseguito il test forzando le condizioni ambientali, quindi ho aperto la finestra prima che diventasse rosso.

Tutte le altre prove ho lasciato che venissero da sé, nel quotidiano. E così è stato. Il salotto confina con la cucina: qui capita, oltre che di cucinare, anche di fumare una sigaretta attaccati alla finestra, quando di sera pigrizia e freddo prendono il sopravvento. Prima di farlo però ho cura di chiudere la porta di collegamento, spalancando la finestra, appunto. Ebbene, nonostante lasci la suddetta aperta qualche minuto anche dopo aver finito, spessissimo ho trovato il led del monitor su rosso (era verde poco prima), nonostante fosse in un’altra stanza, nell’angolo opposto. I valori di CO erano saliti sopra la media anche nella stanza. Mi ha stupito in questo caso l’estrema sensibilità del device, che aveva captato anche una minima parte di gas che – nonostante le precauzioni – era comunque passato da un ambiente all’altro. Il PM era rimasto stabile, invece. Ammetto che ho una spinta in più a mettere una giacca e fumare in balcone, a prescindere dalla temperatura esterna.

Ancora, ero ignara del fatto che una candela profumata – accesa anche solo per un’oretta – potesse “inquinare” l’aria. Per me, che le adoro, è un problema. Una sera, ne ho scartata una appena ricevuta in dono e l’ho accesa immediatamente, in salotto. Mentre ero rapita dal profumo del sandalo, mi è caduto l’occhio sul monitor della qualità dell’aria di Amazon ed è finita la magia: era rosso, praticamente mi giudicava. Ho verificato e non si scappa: il COV era fuori range.

Come se non bastasse, ho scoperto che aprire la finestra in alcuni casi non è la soluzione per respirare aria fresca e pulita. Cioè, lo sapevo, ma ho sempre guardato allo smog come il grosso fattore inquinante che poteva arrivare in casa dalle finestre. Invece, in alcuni giorni ventosi (qui di vento ne tira spesso parecchio), nonostante viva in campagna è bastato lasciare aperte le finestre per vedere i valori di PM – dopo una mezz’oretta – andare fuori range. Colpa del polline? Non saprei, non sono un soggetto allergico (fortunatamente) quindi non ci ho fatto molto caso. Di fatto, qualcosa è entrato svolazzando dalla finestra e – secondo il dispositivo – avrei fatto meglio a non respirarlo.

Ho tirato un sospiro di sollievo con la caldaia a pellet invece. Abito in una nuova casa da poco e lei era già qui, ancora una volta – anche lei – in salotto. Non conoscendo la sua storia, nonostante una manutenzione approfondita, mi è rimasto il dubbio che potesse rilasciare nell’aria della CO in quantità minime o altre sostante. Dopo un 5 o 6 ore di funzionamento a regime, il LED è sempre rimasto verde.

Per finire, temperatura e umidità si sono rivelate in linea con un termometro igrometro di Oregon Scientific. Ha mille anni più o meno, ma funziona bene e mi fido di lui.

Amazon Smart Air Quality Monitor, la recensione: giudizio finale

Prima di catapultarmi sull’acquisto, ho approfittato del fatto di aver atteso un po’ di tempo dopo il lancio: ho dato un’occhiata alle recensioni. Ammetto che, inizialmente, mi era un po’ passato l’entusiasmo: più di qualcuno rilevava problemi software, routine limitate, valori non attendibili. Addirittura, per qualcuno l’abbinamento iniziale è stato ostico e la comunicazione con gli smart speaker e display impossibile.

Tutti problemi che io, onestamente, non ho rilevato. A fare la differenza, probabilmente, due fattori:

  • gli aggiornamenti software arrivati nel tempo hanno sicuramente reso più stabile, efficace e completo il prodotto;
  • la configurazione iniziale potrebbe essere stata ostica sempre a causa del primo punto oppure perché qualche step non è stato eseguito correttamente (come l’inserimento nella stanza virtuale, ad esempio).

Secondo me, il monitor della qualità dell’aria di Amazon è decisamente promosso. Dopo un po’ di tempo che l’utilizzo, mi rendo conto che ho iniziato a prestare molta più attenzione a quello che respiro in casa, essendo già svantaggiata perché fumatrice. Non sempre l’assenza di cattivo odore implica che va tutto bene. Può sembrare una riflessione banale, ma solo con gadget come questi puoi farci effettivamente caso. Adesso gioco a “mantieni l’aria decente” e per fortuna lo è quasi sempre: se però noto cambiamenti, in assenza di vento, spalanco le finestre. Diversamente, accendo il purificatore che – purtroppo per me – non è smart. Devo premere un noioso bottone per attivarlo e devo fare lo stesso con il deumidificatore, che fortunatamente mi serve di meno nella nuova casa. Se i tuoi elettrodomestici sono smart invece, puoi impostare una routine e lasciare che avvenga tutto in automatico: assolutamente pratico e a beneficio della salute.

L’unico difetto riscontrato, a mio avviso, è l’assenza di display. Mi rendo conto però che inserirne uno nel dispositivo, lasciando invariate le dimensioni, sarebbe stato totalmente inutile. Ci sarebbe stato bisogno di un pannello più grande, quindi di un accessorio più grosso. A quel punto, sarebbe stato naturale aggiungere uno speaker e un microfono ed ecco che lo smart display, che integra il monitor dell’aria, è servito. Dunque, sarebbe stato un prodotto completamente diverso, con un prezzo diverso. Invece, di listino da Amazon lo Smart Air Quality Monitor si porta a casa a 79,99€: non è propriamente economico, ma ce ne sono che costano qualcosa in meno e non funzionano bene allo stesso modo. Fra l’altro, spessissimo il gadget per la smart home è in sconto, basta fare come ho fatto io e cogliere l’occasione.

Proprio mentre batto questa recensione, è in promozione a 62,99€ con spedizioni rapide e gratis, offerte dai servizi Prime. Finora non è mai sceso sotto questa soglia, una cifra secondo me ampiamente giustificata dall’hardware, ma soprattutto dall’ottimo lavoro software e di integrazione all’interno dell’ecosistema. Adesso, dopo un po’ di mesi dal lancio, è un prodotto decisamente maturo, che vale la pena scegliere per impreziosire la casa intelligente, meglio se già basata su Alexa.

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