Il mercato degli smartwatch è molto acerbo e tutt’altro che definito. Non c’è ancora un modello di device dominante, né un brand leader. I giochi sono ancora apertissimi. La partita è tutta da giocare, sia in Europa che negli Stati Uniti – diciamo pure Nord America. Stessa cosa dicasi per la Cina – a tutti gli effetti il mercato più importante dal punto di vista dei potenziali utenti/clienti. Lì l’Apple Watch sta iniziando a prendere piede in questi mesi, ma non è detto che diventi il wearable numero 1. Nel paese tanti piccoli brand – messi insieme – possono rosicchiare consistenti fette di mercato – magari proponendo device di qualità più bassa o meno popolari, ma comunque appetibili per certe fasce di mercato. Se poi un brand sconosciuto presenta un prodotto di qualità notevole, le cose possono andare anche peggio per uno dei brand “top-tier” concorrenti – cioè per le aziende più grandi del settore.
Mobvoi Ticwatch
Qualche giorno fa Mobvoi, una start-up cinese fondata appena 2 anni fa da alcuni ex dipendenti di Google, ha mostrato il suo primo smartwatch ad un giornalista di TechCrung Bejing e qualche analista ha subito fatto notare che l’apparecchio potrebbe emergere nella marea di altri apparecchi anonimi che iniziano ad affollare gli scaffali degli shop (online e offline). L’orologio, che si chiama Ticwatch ed è destinato per il momento al solo mercato interno cinese, si distingue innanzitutto per il fatto di essere gestito da Ticwear, un sistema operativo proprietario – scelta davvero ardita, questa, dal momento che ciò significa sfidare colossi come iOS, Android e persino Tizen di Samsung. Si vanta anche di essere il primo smartwatch “tutto cinese”. Questo è vero perché – oltre all’OS proprietario e al supporto per la sola lingua cinese – integra anche un sistema proprietario di riconoscimento vocale che viene usato come interfaccia utente e che permette quindi all’utente di dettare letteralmente i comandi all’apparecchio – un po’ come accade con Siri, con Google Now o con Cortana. Non per niente Mobvoi ha come core business proprio lo sviluppo di tecnologie per la ricerca basate sulla voce.
Mobvoi Ticwatch
Altro punto a favore di quest’impresa è di avere dalla sua parte Google. L’azienda di Mountain View infatti ha investito parecchi milioni di dollari in Mobvoi ed è suo partner nel tentativo di diffondere Android Wear in Cina. Anche per questo sul Ticwatch possono girare parecchie app Android. La compatibilità dell’apparecchio comunque è garantita anche per il sistema iOS.
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Stando alle immagini dei video di TechCrunch e a quello che si vede sul sito ufficiale, possiamo desumere che il Ticwatch è uno smartwatch con quadrante tondo, schermo touch, uno speaker, cassa in metallo e cinturini in pelle di vario colore o in maglia di metallo. Per la cassa invece i colori sembrano essere 2: oro o acciaio. Sul fianco del quadrante c’è una tecnologia touch che permette all’utente di scrollare verticalmente il contenuto presente sul display. Un’operazione simile si può fare anche muovendo il polso su e giù.
Mobvoi Ticwatch – funzionalità
Praticamente certa la presenza della connettività Wi-Fi e Bluetooth – per l’accoppiamento con gli smartphone – e di sensori che tengono traccia delle attività fitness, ivi compreso quello per il rilevamento del battito cardiaco. Altri dettagli tecnici per il momento non sono ancora disponibili. Il prezzo di vendita dell’apparecchio è di circa 150 euro (al cambio attuale).
Mobvoi Ticwatch
Di disponibilità fuori dal territorio cinese ancora non se ne parla; nella videointervista, però, Yili Lin – il product manager del Ticwatch – ha accennato al fatto che in futuro potrebbe essere prodotta una versione internazionale del device.
Yii Lin – Product manager del Mobvoi Ticwatch