Non tutti i device vengono prodotti per essere messi sul mercato. Alcuni, generalmente identificati come “reference”, hanno come unica funzione fare da riferimento – appunto – ossia fungere da apparecchi di test per mostrare ai media, ai produttori di apparecchi per il mass market e ad altre aziende del settore, quali sono le capacità tecniche di una determinata tecnologia.
Qualche giorno fa Charbax – l’elvetico Nicolas Charbonnier – ha scovato in una fiera di Schengen uno smartwatch prodotto da MediaTek. Ecco, in questo caso ci troviamo proprio di fronte ad un “reference device”. L’orologio monta Android Wear come OS ed è equipaggiato con un processore MediaTek, ovviamente. Per la precisione si tratta di un SoC modello MT2601, un chip non particolarmente potete destinato proprio agli smartwatch su cui deve girare l’OS che Google ha ideato per gli apparecchi indossabili. Presentato lo scorso gennaio, il SoC integra due core ARM di tipo Cortex-A7 cloccati a 1,2 GHz e una GPU Mali-400. Qualcosa di non molto dissimile dal vecchio MT6572 (già visto in decine di smartphone, come l’Acer Liquid Z3 o lo Huawei Ascend Y600). A questo processore poi è stato associato anche l’MT6630 che permette di la tecnologia Bluetooth.
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Stando a quanto dichiarato da MediaTek, questo doppio chip di dimensioni ridottissime – con appena 480 mm² di superficie – contiene il 41.5% in meno di componenti e spreca molto meno energia degli altri chipset attualmente sul mercato. Dunque possiamo considerarlo ottimizzato per consumare quanta meno batteria possibile per tenere acceso lo smartwatch.
Come potete vedere dal video, l’utilizzo di Android Wear su questo piccolo orologio risulta particolarmente fluido. Dell’apparecchio però non sappiamo molto, dal punto di vista delle caratteristiche hardware. Non abbiamo notizie sulla RAM a disposizione né sulla quantità di spazio destinato ad app e dati. Le uniche cose certe sono la grandezza del display (1,6 pollici), la sua risoluzione (240 x 240 pixel) e la presenza di un sensore per il monitoraggio del battito cardiaco dell’utente. Non è chiaro se sopra il display sia siata posizionato anche una mini-fotocamera.
Non molto lavoro è stato fatto dal punto di vista del design: sotto lo schermo quadrato troviamo un unico piccolo tasto funzione, che probabilmente servirà per attivare la funzione “Home”, ossia per riportare l’OS sulla watch face principale. Il cinturino sembra fatto di plastica e avere alle estremità la chiusura in metallo cromato.
Secondo Charbonnier, questo tipo di orologio intelligente – dall’hardware non proprio all’ultimo grido, ma con un’esperienza Android Wear completa – potrebbe costare all’OEM non più di 50 dollari e forse qualche decina di dollari in più per l’utente finale.