L'Ucraina dice STOP alla fornitura di più gas neon

Purtroppo, il conflitto Russia-Ucraina continua imperterrito e a pagarne le conseguenze è anche il gas neon, responsabile della produzione di chip.
L'Ucraina dice STOP alla fornitura di più gas neon

Purtroppo il conflitto Russia-Ucraina continua senza sosta da diverse settimane e ora si è scoperto che i grandi fornitori di gas neon ucraini hanno interrotto la produzione del materiale a causa dei continui bombardamenti.

Perché ne parliamo? Semplice, di questi fornitori, ce ne sono due che, già da soli, forniscono la metà di gas neon utile alla produzione mondiale di chipset per auto, smartphone, macchine, armi, gadget e via dicendo.

Ecco perchè, a causa della guerra, hanno dovuto dichiarare lo “stop forzato” dei lavori; questo però, avrà conseguenze nefaste nei confronti del mondo dei semiconduttori che già da mesi soffre della peggior crisi degli ultimi decenni.

Ucraina-Guerra: la battaglia avrà conseguenze economiche devastanti

Non ci sarà solo un impatto diretto delle conseguenze della guerra; diversi problemi economici deriveranno anche da questa manovra che, a detta degli esperti, porterà ad avere una carenza ancora maggiore di semiconduttori e prezzi più salati per i restanti.

Il motivo è semplice: il gas neon è l’elemento cardine per la costruzione di un chipset; senza questo infatti, possiamo dire “addio” a tutto ciò che conosciamo sul fronte tech e non solo.

Purtroppo, Ingas e Cryoin hanno dichiarato lo stop delle loro attività per via della guerra. Ad oggi è difficile stimare i danni che ne deriveranno dall’interruzione. Inoltre, riportiamo le parole di Angelo Zino, un ricercatore del CFRA:

Se le scorte si esauriscono entro aprile e i produttori di chip non hanno ordini bloccati in altre regioni del mondo, probabilmente significa ulteriore vincoli per la catena di approvvigionamento più ampia e incapacità di produrre il prodotto finale per molti clienti chiave.

Facciamo il punto sul passato: prima del CoVid, il gas neon aveva un costo inferiore del 500% rispetto a quello pre-guerra. Se facciamo un paragone con il 2014, ovvero con più di 7 anni fa, notiamo un aumento di un ulteriore 600%. In prospettiva, se il conflitto dovesse finire presto, ci vorranno – in media – sei mesi per ritornare allo status originale delle cose. Speriamo bene.

Fonte: Reuters

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