Giudicare la decisione in materia di telecomunicazioni della Triplice, ovvero il compromesso raggiunto dalla Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio dell’Unione Europea, è un esercizio difficile. Da un lato c'è un effetto evidente per i consumatori finali: dal 2017 cadranno tutte le tariffe di roaming attualmente in vigore durante i viaggi nel Vecchio Continente, che un pesante pedaggio impongono ai turisti che utilizzano il proprio smartphone all'estero. Dall'altro, però, i cittadini europei potrebbero pagare questa buona notizia col sacrificio della net-neutrality.
Partiamo dalla buona notizia: il taglio delle tariffe che arriverà già a partire da aprile 2016, quando la sovrattassa per le chiamate potrà arrivare al massimo a 5 centesimi di euro, mentre per un SMS si potrà pagare solo 2 centesimi in più. Anche il traffico dati potrà essere gravato solo di una cifra simbolica, di nuovo 5 centesimi però per megabyte, facendo calare mediamente del 75 per cento i costi attuali. Da luglio 2017 queste cifre caleranno a zero, trasformando finalmente il mercato europeo della telefonia mobile un mercato unico.
Per ottenere questo risultato, tuttavia, i regolatori europei hanno dovuto sacrificare il principio di una Internet aperta e con pari diritti per tutti: la net-neutrality è il concetto su cui si è basata fino a oggi la Rete, ovvero che nessun servizio o informazione godesse di un percorso privilegiato rispetto ad altri. In pratica tutti gli utenti avevano la possibilità di raggiungere qualsiasi servizio a parità di condizioni, e ciò valeva anche nel percorso inverso: stando a quanto deciso dalla UE, ora non sempre sarà così.
La formulazione dell'accordo formalmente non dovrebbe interferire nel principio di net-neutrality, ma lascia parecchie porte aperte a possibili interpretazioni che dovrebbero consentire di creare corsie preferenziali per chi deciderà di pagare: teoricamente qualsiasi iniziativa dovrà comunque tenere conto della necessità di garantire a tutti accesso a pari condizioni, ma in taluni casi sarà possibile concedere comunque un servizio particolare ad alcune applicazioni (vengono citate ad esempio la videoconferenza o applicazioni mediche) o limitare la velocità complessiva per singolo servizio in presenza di congestioni della rete.
La Commissione si è affrettata a chiarire che non si parla di circostanze in grado di minare la net-neutrality, quanto di un accordo volto a garantire a tutti i servizi e le tecnologie una fornitura di banda adeguata alle rispettive esigenze. Il risultato però appare troppo vago per essere chiarificatorio, e inoltre il negoziato ha fallito nel chiudere un'altra questione: quella relativa alla gestione dello spettro radio, le frequenze alla quale funzionano le reti nei vari paesi dell'Unione, che continueranno a essere gestite in modo indipendenti dalle nazioni del Vecchio Continente. Un mercato unico, per definirsi tale, avrebbe bisogno di una gestione unica anche del campo da gioco nel quale offerte di hardware e servizi si confrontano.