Intel, le nuove memorie saranno 1000 volte più veloci

Si chiamano 3D XPoint e si potranno usare su più dispositivi, da smartphone a supercomputer.

Intel e Micron hanno presentato ieri un nuovo dispositivo di memorizzazione dei dati nel corso di una conferenza stampa. I chip, soprannominati "3D XPoint", vengono descritti come la prima nuova classe di "memoria mainstream" ad invadere il marcato a partire dal 1989. Questi nuovi chip potrebbero presto garantire una super velocità a più tipi di dispositivi, dai telefoni cellulari ai notebook, per arrivare ai supercomputer.

I nuovi chip 3D XPoint
I nuovi chip 3D XPoint

Il nuovo chip rinuncia ai transistor tradizionali, che costituiscono il nucleo delle attuali memorie flash. Il materiale che compone ogni cella della memoria XPoint ha diverse proprietà fisiche in modo da avere una resistenza elettrica più alta o più bassa, rappresentate rispettivamente da 1 e 0. Inoltre, gli strati multipli di queste cellule sono condensati in una griglia 3D che permette ad ogni cella di venire indirizzata e riscritta individualmente.

La griglia 3D che consente la riscrittura individuale delle celle
La griglia 3D che consente la riscrittura individuale delle celle

Il problema è che questo processo impedisce agli utenti di modificare lo stato su una singola cella di memoria, ma si deve riscrivere un intero blocco di celle contemporaneamente. Secondo Intel, però, con questa nuova tecnologia si agirà su ciascuna cella individualmente ma con una velocità superiore 1000 volte rispetto alle memorie flash convenzionali, oltre al fatto che i nuovi chip dureranno centinaia di volte più a lungo prima di rompersi.

"Uno degli ostacoli più significativi nel campo dell’informatica moderna è il tempo necessario al processore per raggiungere i dati sullo storage a lungo termine", queste le parole che Mark Adams, presidente di Micron, ha detto in un comunicato, aggiungendo "Questa nuova classe di memorie non volatili rappresenta una tecnologia rivoluzionaria che consente un rapidissimo accesso a immensi database di dati".

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