Fuchsia, il sistema operativo di Google dai connotati ancora almeno in parte misteriosi e basato sul kernel Magenta, è in fase di test sul primo dispositivo consumer: non si tratta però di uno smartphone della linea Pixel come si potrebbe immaginare, bensì di Honor Play, telefono annunciato nei mesi scorsi a IFA e capace di riscontrare fin da subito il favore del pubblico.
Google Fuchsia
A svelarlo il contributo di un ingegnere Huawei al codice del progetto, che fa riferimento direttamente al modello in questione. Come noto, il cuore pulsante di Play è costituito dal Kirin 970, la stessa componente in dotazione ad altri telefoni del gruppo cinese, sia appartenenti al catalogo Huawei (Mate 10, Mate 10 Pro, Mate 10 Porsche Design, P20, P20 Pro, Mate RS Porsche Design, Nova 3) sia commercializzati a marchio Honor (View 10, 10 e Note 10). Non è dunque da escludere che in futuro anche questi device potranno essere resi compatibili con Fuchsia. Ad ogni modo, difficilmente ne beneficeranno gli utenti.
Della piattaforma si parla ormai da qualche tempo, fin da quando le prime informazioni sono trapelate dai laboratori di Mountain View oltre un paio di anni fa. Sarà un sistema operativo open source e universale, pensato a differenza di quanto avviene con Android e Chrome OS per abbracciare qualsiasi tipologia di dispositivo, dagli smartphone fino agli indossabili. Nel filmato in streaming di seguito, ad esempio, è in esecuzione sul Pixelbook. Ad oggi non è però dato a sapere quale sia la roadmap stabilita da bigG per quanto concerne la manovra di avvicinamento al mercato.
La collaborazione tra Google e Huawei inerente l’ambito mobile è longeva: le due aziende, tra le altre cose, hanno portato sul mercato negli anni scorsi il Nexus 6P. Non stupisce dunque la prospettiva che la partnership possa estendersi in futuro oltre i confini dell’ecosistema Android, per andare ad abbracciare le innovazioni che Fuchsia promette di portare con sé.