Nell’arco di dieci anni, la potenza e le potenzialità dei cellulari sono incremente a dismisura: processore multi-core, schermi in alta definizione. Un campo in cui l’esperienza è peggiorata è senza dubbia la batteria. Per questo motivo, si stanno facendo molte ricerche in tal senso. In alcuni casi si sfrutta il grafene, uno dei material più promettenti dei prossimi anni. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, più popolare come MIT, hanno intrapreso una strada diversa: nanoparticelle con struttura a uovo.
La batteria a "uovo" del MIT
Nello specifico, il “tuorlo” delle nanoparticelle è composto di alluminio, che funge da anodo; il guscio dell’uovo è invece leggermente distaccato ed è realizzato in diossido di titanio: in questo modo, l’espansione dell’anodo, il “tuorlo”, non danneggia il guscio esterno e preserva la struttura e la capacità della batteria. Secondo i ricercatori del MIT, tale struttura può offrire fino a tre volte la capacità di una batteria tradizionale e tempi di ricarica veloci fino a sei minuti per una ricarica completa.
Il professor Ju Li, però, ha ammesso che la scoperta è stata “casuale”. Il team non aveva pianificato di arrivare al risultato in questo modo: si tratta di un metodo a cui si è giunti un po’ fortunosamente. Sono arrivati commenti positivi anche dai colleghi internazionali. “Queste particelle a uovo hanno mostrato prestazioni impressionanti nei test di laboratorio” ha dichiarato David Lou della Nanyang Technological University di Singapore. “Per me, la parte migliore di questo lavoro è che il processo sembra semplice e scalabile”.