Nell’immaginario collettivo, Apple e Samsung dettano le regole del mercato, stando ai primi posti nella classifica dei produttori di smartphone più venduti; risulta quasi un cliché affermare che gli iPhone e i Galaxy siano i device più diffusi nel mondo. Adesso il noto portale Counterpoint Research ha affermato che ben nove dispositivi su dieci venduti nel corso del 2019, sono di proprietà di Apple o Samsung.
L’unica eccezione è stata rappresentata dall’Oppo A5 al quinto posto nella classifica. iPhone XR invece guida la lista con un chiaro vantaggio rispetto ai competitor, con una stima di vendita di oltre il 3% sul fatturato totale degli smartphone venduti in tutto il mondo. Il primo device Android, subito dopo quello della mela morsicata, è stato il Galaxy A50, mid-range interessante con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Ma in Cina?
Ciò che desta più attenzione è proprio il luogo in cui i telefoni in questione hanno dominato. Apple in Nord America, con ben cinque device in classifica e due in Europa. Nelle altre parti del mondo invece, è Samsung a dominare e ad avere molti device nella top ten dei telefoni più venduti in Europa, America Latina, in Medio Oriente e in Africa e in gran parte dell’Asia. Caso isolato invece è la Cina, dove capeggiano Oppo, Vivo e Huawei.
Nonostante questo scenario rappresenti la stima delle quote di mercato, c’è da dire che non rappresenta però effettivamente le quote parte poiché occorre pesare più approfonditamente i dati grezzi. Aziende come Huawei e quelle appartenenti al marchio BBK che gestisce Vivo, Oppo, OnePlus e Realme, vanno sì bene in termini di vendita, ma grazie all’invasione di numerosi prodotti spalmati su più fasce di prezzo.
Counterpoint ha anche notato come sia difficoltoso scegliere un nuovo telefono in aree dove c’è l’oligarchia dei due brand, e dove, anche indirettamente, si è condizionati dall’andamento del mercato. Tali stime saranno fondamentali ex-post per capire in prospettiva quali saranno le conseguenze del Coronavirus sul mercato mobile: laddove maggiore sarà il peso della quarantena (Cina in primis), maggiore sarà il danno relativo per le aziende dominanti in loco.
Le somme andranno tirate tra alcuni mesi ed a livello globale.